Gay & Bisex
L’ 8 Marzo degli uomini.
di jeepster
03.03.2021 |
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"Quando lo avvertii che stavo per venire, lui disse: «Sìììì, vienimi dentro, voglio sentire il calore della tua sborra!»..."
Questa è una versione rivista e corretta di un racconto che avevo già pubblicato qui otto anni fa e che faceva parte di una serie intitolata “I panni sporchi”.Dopo quel fatidico sabato le giornate ripresero a scorrere come al solito.
Ovviamente il mio stato d’animo era diverso, mi sentivo molto più vicino ad Ercole, sentivo un senso di complicità mai provato prima. Ogni tanto mi veniva di sorridergli, così, senza motivo, soltanto per avere in risposta un suo splendido sorriso: a volte succedeva, a volte no.
Ad ogni modo nessuno di noi ritenne di fare alcun commento su quanto era accaduto. Io però non potevo fare a meno di chiedermi se avvertisse anche lui lo stesso sentimento di complicità; così le volte che non rispondeva al mio sorriso mi domandavo se per caso volesse farmi capire che la cosa era stata solo un fatto episodico a cui lui non dava nessun peso e sicuramente non avrebbe avuto alcun seguito.
Mi veniva da pensare che in effetti non c’era niente di strano se lui adesso si fosse pentito di aver fatto sesso con suo genero, in fondo aveva tradito, in un colpo solo, due dei suoi affetti più cari: Silvia e Laura, sua moglie e sua figlia.
Personalmente non provavo nessun senso di colpa, in nessun modo sentivo di aver tradito mia moglie facendo l’amore con suo padre. Era stato tutto così naturale e spontaneo; era tutta un’altra dimensione di rapporto; totalmente differente e distante da quello che c’era con lei; insomma era come se fosse un altro “me stesso” quello che si era lasciato andare con Ercole, perciò la cosa non intaccava affatto il mio amore per lei.
Passarono pochi giorni e arrivò l’8 Marzo. Laura avrebbe trascorso la serata in un locale insieme a sua madre e a Loredana, la sua sorellastra. All’inizio mia suocera non voleva partecipare nonostante le sollecitazioni che gli arrivavano da più parti ma alla fine acconsentì, soprattutto per le insistenze del marito. Probabilmente lo fece per non far sembrare che avesse problemi a trascorrere una serata con Loredana, figlia di Ercole avuta al di fuori del loro matrimonio ma a cui lui aveva sempre voluto un gran bene e a cui si era sempre dedicato molto, sforzandosi di farla considerare a tutti gli effetti un membro della loro famiglia.
Per la verità io credo che Silvia l’avesse ampiamente accettata come tale; in realtà le motivazioni dell’iniziale diniego di mia suocera erano dovute più verosimilmente ad un impensabile venir meno ai suoi doveri di moglie e madre che neanche per una sola sera poteva lasciare i maschi della famiglia abbandonati a sé stessi; infatti fino a pochi minuti prima di prepararsi per uscire si prodigò nel cucinare una gustosissima cena per noi.
Se devo essere sincero, dentro di me avevo sperato vivamente che mio suocero riuscisse a convincerla, mi stuzzicava molto l’idea di rimanere in casa io e lui da soli per tutta la serata.
Gustammo la cena parlando del più e del meno, poi appena finito, alzandosi per sparecchiare Ercole disse: «E adesso che facciamo?».
Vista la situazione, questa poteva essere l’occasione giusta per ripetere l’esperienza di alcuni giorni prima, così mi chiesi se questa domanda potesse alludere a un implicito invito di natura sessuale.
«Non saprei… tu cosa proponi?»
«Vediamo se c’è qualche film decente in televisione» rispose lui, frustrando immediatamente ogni mia speranza di una serata di sesso.
«Certo, va bene» dissi.
Andammo in salotto e ci sedemmo tutt’e due sul divano davanti al televisore, dopo un po’ di zapping Ercole si soffermò sulla scena di un film dove c’erano Robert De Niro e Meryl Streep; si trattava di una pellicola che avevo visto insieme a Laura al cinema pochi anni prima e che riconobbi subito: «È un bel film questo – dissi – s’intitola Innamorarsi ».
«Già, visto che è la festa della donna gli sarà sembrato appropriato programmare un bel film romantico» commentò lui in tono quasi sarcastico interrompendo lo zapping.
Per circa una ventina di minuti seguimmo in silenzio lo svolgersi del film, raccontava la storia di una relazione extraconiugale.
Trasalii quando improvvisamente mio suocero, appoggiandomi una mano sulla coscia, esordì: «Gianni, volevo dirti una cosa…».
«Sì, cosa?» chiesi prontamente.
«L’altro giorno mi è capitato un fatto che mi ha un po’ turbato… niente di grave, per la verità… anche Silvia ha detto che non è niente di ché, probabilmente è dovuto solo all’età…»
S’interruppe, forse cercava di trovare il coraggio di aprirsi del tutto, io rimasi in silenzio, sorpreso e incuriosito dalla confidenza che stava per farmi; poi continuò: «Era già successo qualche altra volta ma c’era sempre stata una ragione precisa che giustificava tutto, stavolta invece non riesco a capire…».
Fece un’altra breve pausa, la mia curiosità aumentava sempre di più, aspettai che continuasse; dopo qualche secondo riprese: «Per farla breve, l’altra notte ho fatto “cilecca” con Silvia… è stato il giorno dopo che c’è stata quella cosa tra noi e ho il dubbio che potrebbe essere quello il motivo».
Evidentemente sollecitato dalla vicenda del film che stavamo guardando gli era tornato in mente quello che doveva essere stato un pensiero ricorrente in questi ultimi giorni: il tradimento di sua moglie.
Sentii che arrossivo e il cuore aumentò di molto la frequenza dei battiti, al ché balbettai: «E p-p-perché?».
«Non fraintendermi, non sto dicendo che mi sono pentito di quello che abbiamo fatto… è stato bello, però non ho potuto fare a meno di provare un grosso senso di colpa nei confronti di Silvia, così sere fa volevo fare l’amore con lei. Sono sempre io a prendere l’iniziativa ma lei accetta sempre volentieri e di solito con un certo trasporto. Siamo degli ultra cinquantenni ma anche se non lo fa facciamo spesso come prima, ci piace ancora un sacco, anzi, ora che non c’è la paura di una gravidanza ci lasciamo andare anche di più.
All’inizio ero abbastanza eccitato, poi man mano che ci toccavamo l’eccitazione anziché aumentare diminuiva e dopo un po’ il cazzo mi si è ammosciato completamente e non ne voleva sapere di drizzarsi di nuovo. Allora le ho detto “non so cosa mi è successo ma mi sa che stasera non è aria”. “A questa età può succedere, non ci pensare, non è niente di grave, dormiamoci su” ha detto lei e così ci siamo messi a dormire. Però prima di addormentarmi a me è venuto da piangere. Forse quando ho voluto fare l’amore volevo quasi riparare a un torto che mi sembrava di averle fatto e convincermi che con lei nulla era cambiato… ma per come è andata, direi che forse le cose non stanno proprio così».
Queste dichiarazioni mi sconvolsero un po’, rivelavano un’inaspettata fragilità emotiva di colui che avevo sempre considerato uno scoglio sicuro a cui aggrapparsi nei momenti di difficoltà.
Nel tentativo di dire qualcosa riuscii solo a fare uno stupido commento di circostanza: «Non è detto, magari è come dice Silvia, credo che a una certa età possano verificarsi scherzi del genere».
«Già, può darsi…» disse con un tono nient’affatto convinto, ritraendo la mano che aveva tenuto poggiata sulla mia coscia fino a quel momento.
A quel punto senza minimamente rendermi conto di quello che stavo facendo mi venne l’impulso di abbracciarlo e così mi buttai addosso a lui cingendogli con le braccia il collo e subito dopo lo baciai sulla guancia.
Non si sottrasse all’abbraccio, anche lui mi cinse i fianchi e mi tenne stretto.
Restammo così per circa un minuto, guancia a guancia stringendosi l’uno all’altro, poi staccai la mia testa e finalmente feci quello che invece era diventato il mio pensiero fisso degli ultimi giorni… lo baciai sulla bocca e anche in questo caso non mi respinse ma rispose al bacio.
Non saprei dire quanto durò ma sicuramente le nostre lingue si scambiarono la saliva e s’intrecciarono per un bel po’; quando le nostre bocche si staccarono, guardandolo in faccia vidi quel suo irresistibile sorriso e fu subito chiaro che sarebbe successo ancora.
Lo abbracciai di nuovo e riprendemmo ad accarezzarci, stavolta con un più manifesto intento sessuale; poggiai la mia mano sul suo cazzo e anche lui infilò la sua tra le mie gambe; già eravamo entrambi eccitatissimi; quindi mi disse: «Andiamo su in camera, staremo più comodi».
Andammo nella sua camera da letto al piano superiore, appena dentro mi abbracciò forte e mi baciò, io gli infilai la mano dentro i pantaloni della tuta sportiva che come me indossava normalmente quando stavamo in casa, poi la infilai nella fessura dei boxer, con le dita sentii il suo cazzo durissimo e caldo; mi ritrassi per tirargli giù pantaloni e boxer insieme; lui fece lo stesso con me e tornammo ad abbracciarci e baciarci mentre strofinavamo i nostri sessi, l’uno contro l’altro. All’improvviso si staccò e s’inginocchiò, trovandosi così col mio cazzo svettante all’altezza della sua faccia; senza esitare lo afferrò con una mano e lo accolse nella sua bocca mentre con l’altra incominciò ad accarezzarmi le gambe, le natiche e poi a palparmi lo scroto.
Iniziai a gemere di piacere mentre Ercole si faceva scorrere il mio cazzo nella sua cavità orale, alitando di quando in quando per aumentare il calore all’interno.
Mi stava facendo impazzire ma s’interruppe provvidenzialmente al momento giusto, evitando così una mia troppo prematura eiaculazione.
Si rialzò, si liberò degli indumenti calati ai suoi piedi, mi aiutò a sfilarmi la blusa e la maglietta, quindi feci lo stesso anch’io con lui; ora eravamo entrambi completamente nudi; ci lasciammo cadere sul letto restando avvinghiati, io sopra di lui. Riprendemmo a strofinare i nostri bacini l’uno contro l’altro; la sensazione del mio cazzo che strofinava il suo, durissimo e caldo, mi eccitava da matti; dopo poco venne a me la voglia di succhiarglielo, allora iniziai a baciarlo sul collo e poi a leccargli il bel petto villoso, quindi lo feci sussultare di piacere passandogli la lingua prima su un capezzolo e poi sull’altro, glieli succhiai entrambi mordicchiandoli leggermente, dopodiché mi girai e mi misi a cavalcioni su di lui.
Il suo cazzo mi appariva enorme, ormai al massimo dell’erezione; liberai dal prepuzio la sua cappella violacea e invitante come un frutto maturo; mentre la mia lingua la percorreva velocemente in lungo e in largo, facevo scorrere le dita di entrambe le mani lungo tutta quella prodigiosa asta di carne; ogni tanto provavo ad entrare con la punta della lingua dentro il piccolo orifizio da cui uscivano goccioline trasparenti e salate di liquido preseminale; subito dopo mi spostavo sul frenulo causandogli delle intense sensazioni di piacere, a giudicare dai suoi eloquenti gemiti; finalmente me lo cacciai tutto in gola e iniziai a succhiarglielo con passione.
La posizione che avevo assunto faceva sì che Ercole si ritrovasse il mio culo davanti alla faccia, così tenendomi aperte le chiappe con entrambe le mani, iniziò a leccarmi il buco, cercando di infilare la lingua dentro il più possibile, provocando in me un’immensa goduria, facendo sì che con foga sempre maggiore mi prodigassi nel pompino che gli stavo facendo.
M’interruppi giusto un attimo per riprendere fiato e poi decisi di leccare anch’io il suo buchetto, ma quando feci per spostarmi in avanti Ercole capì la mia intenzione e allora uscì da sotto di me per mettersi in ginocchio con le gambe divaricate, proteso in avanti a pancia sotto, affinché potessi farlo più agevolmente. Mi posizionai dietro lui e non appena cominciai a passargli la lingua in mezzo al solco dei glutei, indugiando soprattutto sull’apertura anale, esclamò: «Oddio Gianni, questa cosa mi piace da morire!».
Spronato da tanto entusiasmo continuai con grande impegno, lubrificando abbondantemente tutta la zona con la mia saliva, quindi mi venne spontaneo provare ad infilare un dito dentro al retto; lo feci con particolare cautela e delicatezza per capire come avrebbe reagito; dapprima pronunciò sottovoce un lungo e inequivocabile “Sììììììììì…” poi dopo un po’ che facevo scorrere dolcemente il mio dito avanti e indietro, senza peraltro incontrare la minima resistenza, disse: «Dai Gianni, ora fammelo sentire tutto dentro! ».
La cosa mi sorprese un po’, non avrei mai immaginato che potesse essere anche passivo ma mai invito fu più ben accetto, visto che nel frattempo anche la mia eccitazione era arrivata al massimo nel sentirlo ansimare e mugolare. Sputai copiosamente sul palmo della mia mano e lubrificai a dovere la mia cappella, quindi gli affondai il mio cazzo dentro al retto e cominciai a penetrarlo tenendolo per i fianchi.
A parte un debole lamento nel momento in cui entrai forzando l’apertura dello sfintere, non ci furono altro che mugolii di piacere nei minuti a seguire e intanto vidi che lui con una mano aveva afferrato il suo pisello e aveva preso a menarselo, mentre rimaneva proteso in avanti appoggiato su un gomito.
Quando lo avvertii che stavo per venire, lui disse: «Sìììì, vienimi dentro, voglio sentire il calore della tua sborra!». Con una breve serie di affondi finali giunsi all’eiaculazione, dopodiché mi accasciai su di lui che iniziò a sussultare debolmente e a ripetere più volte “Sììì, che bello, che bello!”. Capii che anche lui stava avendo il suo orgasmo.
Sfilai lentamente il mio cazzo facendo attenzione a non far colare fuori lo sperma ma non ci riuscii del tutto; il mio godimento era stato tale da avergli letteralmente inondato il retto col mio seme, poi quando lui si girò per distendersi supino lo vidi passarsi sulla pancia la sua mano ricolma del liquido biancastro che aveva appena eiaculato ma anche in questo caso qualche goccia gli era caduta sul lenzuolo.
Ci scambiammo un altro lungo bacio, poi anch’io mi stesi supino al suo fianco; per alcuni minuti nel silenzio della stanza si sentiva soltanto il nostro ansimare.
Fui lui il primo a parlare: «Gianni, è stato bellissimo anche stavolta… finalmente ho potuto riprovare sensazioni che soltanto una volta, tanti anni fa, avevo provato con un uomo… quello per cui avevo quasi perso la testa… ora però vatti a dare una lavata, dopo vado io e poi mi metto a letto, quando arriverà Silvia mi farò trovare già sotto le coperte».
Gli diedi un ultimo fugace bacio sulle labbra e uscii dalla stanza.
Dopo un veloce bidet, tornai in camera di Ercole per rivestirmi e lo trovai ancora tutto nudo in piedi al bordo del letto che stava strofinando il lenzuolo con un fazzoletto di carta per asciugare le gocce di sperma che avevamo lasciato cadere sia io che lui.
Appena mi vide disse: «Se Silvia noterà gli aloni di queste macchie penserà che non riesco a scopare con lei perché mi faccio troppe seghe».
Risi sommessamente, quindi ci augurammo la “buona notte” e io scesi di nuovo in salotto per aspettare il ritorno delle donne di casa.
Continuai a guardare in televisione il film di prima ma senza riuscire a concentrarmi sullo svolgersi della vicenda, preso com’ero dal ripensare a quanto era appena accaduto.
Il film era appena terminato quando sentii il rumore della macchina che riportava a casa Laura e Silvia, così andai ad accoglierle sulla porta, ridacchiavano tra loro, poi vedendomi Laura esordì: «Allora siete sopravvissuti a una sera senza di noi?».
«È stata dura ma ce l’abbiamo fatta, per fortuna davano un bel film alla tv… Ercole è già andato a dormire e per la verità anch’io non vedo l’ora».
«Anche noi… è stata una bella serata; abbiamo cantato e ballato come matte ma adesso ci sentiamo stanche morte, vero mamma?» disse Laura.
«Sì… per fortuna che l’8 marzo viene solo una volta all’anno» rispose Silvia.
“Eh già … – pensai tra me – spero però di non dover aspettare il prossimo anno per un’altra serata come questa”.
Entrammo in casa e ci ritirammo subito nelle nostre stanze.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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